Scopriamo Pardo dentro e fuori dal campo
Pardo Mati è nato a Grosseto il 7 agosto 2006, arriva a Modena per continuare il proprio processo di crescita iniziato proprio nella sua città di nascita e proseguito con Santa Croce e Brugherio. È stato inoltre nominato miglior centrale d’Europa con la nazionale italiana Juniores con cui ha vinto l’Europeo di categoria nel 2022. Andiamo a scoprire il giovane centrale toscano, dentro e fuori dal campo.
Ciao Pardo, raccontaci qualcosa di te…
“Sono nato a Grosseto, inizialmente ho vissuto a Castiglione della Pescaia che è un paesino meraviglioso in Maremma poi mi sono spostato definitivamente a Grosseto per fare le scuole medie mentre mia sorella le superiori. La passione per la pallavolo è nata proprio grazie a mia sorella, lei giocava e quindi ho deciso di provare anche io iniziando a praticare questo sport in quinta elementare. Attualmente frequento il Liceo Scientifico – Scienze Applicate, matematica e fisica sono le mie materie preferite e quelle che mi affascinano di più. Ho appena finito il quarto anno, il prossimo sarà quello della maturità”.
Come è cambiata la tua vita grazie alla pallavolo?
“È cambiata molto e fortunatamente in meglio. Sono riuscito a viaggiare tanto, soprattutto in Europa grazie alla nazionale e ai club in cui ho giocato. Ho sempre fatto grandi amicizie, oltre ad avere un bel rapporto con la famiglia. La loro presenza non è mai mancata e nonostante la distanza li sento molto vicini. Senza pallavolo avrei voluto studiare medicina e fare il neurochirurgo, ma è rimasto un sogno nel cassetto considerando il percorso sportivo svolto. Affiancare uno studio così approfondito ai ritmi di partite e allenamenti lo ritengo impossibile e incompatibile con il mio attuale stile di vita”.
Quali sono i giocatori a cui ti ispiri?
“Mi ispiro a Simone Anzani, gioca nel mio stesso ruolo e per me è un grande giocatore sia dentro che fuori dal campo. Il mio giocatore preferito in generale è invece Ivan Zaytsev, ex Modena”.
Che emozione è giocare a Modena e in particolare al PalaPanini?
“E’ un onore indescrivibile, guardavo le partite dei gialloblù dal divano ed osservavo giocatori fenomenali in un mondo a me totalmente estraneo. Riuscire ad indossare la maglia della squadra canarina è un’emozione unica. Entrare per la prima volta al PalaPanini è stato magico, un’esperienza mozzafiato, anche solo vederlo vuoto è pazzesco, si vede che è un palazzo in cui si respira volley. Obiettivo da raggiungere con la maglia di Modena? Giocare in Superlega con i gialloblù, vincere in una città che vive di pallavolo e chissà che non sia lo Scudetto un giorno…”.
Come sta andando l’esperienza in nazionale?
“Bene, ci stiamo allenando al massimo e il gruppo è unito. Vorrei continuare questo percorso anno dopo anno con il sogno di essere convocato in nazionale seniores e di conseguenza partecipare ad una grande manifestazione”.
Punto di forza e punto debole, oltre a pregi e difetti come compagno di squadra?
“Sono un grande lavoratore, non mi dispiace mai stare in palestra e lavorare anche più del dovuto. A volte, invece, sono testardo, distratto e ogni tanto perdo la concentrazione. Sono convinto che migliorerò grazie all’aiuto dei giocatori più esperti. Inoltre, sono molto tranquillo e non creo problemi, mentre confermo di essere un po’ testardo ed ostinato sia dentro che fuori dal campo”.
Infine, qualche curiosità…
“Piatto preferito italiano? Ogni piatto cucinato da mia madre, che è una cuoca meravigliosa. Piatto preferito non italiano? Pollo al curry. Passioni? Ascoltare musica, tempo fa suonavo anche la batteria”.
Scopriamo Sil dentro e fuori dal campo
Silvester Meijs, detto “Sil”, è un giovane palleggiatore olandese classe 2002 che negli ultimi anni si è messo in luce nel proprio Paese ed è pronto al grande salto in Superlega. Meijs è da due anni in pianta stabile con la nazionale olandese allenata da Roberto Piazza ed è reduce da una finale di Coppa d’Olanda e una semifinale play-off ottenute da titolare con la maglia del VC Limax.
Ciao Sil, raccontaci qualcosa di te.
Sono nato nel 2002 a Utrecht, ho sempre vissuto coi miei genitori in una frazione vicino alla città. Quando ero piccolo giocavo a calcio, ma tutta la mia famiglia giocava a pallavolo. Mio fratello ha tre anni più di me e a 12 anni ha iniziato con la pallavolo, perciò nel tempo mi sono avvicinato anche io a questo sport e alla stessa età ho iniziato a praticarlo.
Ho cominciato nella squadra di Bilthoven seguendo mio fratello, non ero più così “piccolo” quando ho iniziato, ma credo sia meglio così perché a quell’età cominci a essere più alto, più forte e puoi divertirti di più.
Quando avevo 17 anni mi sono spostato a Barneveld nella squadra del Simplex/SSS, è stata la mia prima esperienza con un allenamento di livello più alto. Giocavo nella seconda squadra, ma è lì che ho iniziato a capire cosa significa spingere a pieno regime, e intanto continuavo anche la scuola. Non mi è mai piaciuto molto studiare, quando ho capito che avrei potuto fare strada nella pallavolo mi ci sono buttato a capofitto, anche i miei genitori mi hanno sempre supportato in questo.
Nel 2020, a 18 anni, mi sono trasferito al Talentteam Papendal, ad Arnhem, si tratta di una realtà in cui possono giocare i giovani olandesi più talentuosi allenandosi due volte al giorno e facendo partite nel week-end. È stata la prima volta che me ne sono andato di casa, qui ho davvero realizzato di poter diventare un giocatore professionista e ho iniziato a farmi conoscere da squadre e allenatori. Quando giocavo nel Talentteam ho fatto anche la prima esperienza con la nazionale olandese, in Under 20, e ho provato la grande emozione di rappresentare il mio Paese, qualcosa che è sempre stato il mio sogno fin da quando giocavo a calcio. Dopo gli anni al Talentteam sono andato alla Dynamo Apeldoorn con cui abbiamo vinto lo Scudetto, io avevo vent’anni e non ero il palleggiatore titolare, ma è stata una bellissima esperienza che mi ha fatto crescere. Nell’estate 2023 il coach della nazionale maggiore Roberto Piazza mi ha convocato per l’estate dandomi la possibilità di partecipare a tutti i tornei internazionali, dandomi anche modo di giocare, e credo di aver fatto una bella figura.
L’anno scorso ho poi giocato al VC Limax dove ho avuto modo di scendere in campo di più, siamo arrivati in finale di Coppa e in semifinale nei play-off di campionato. Anche quest’estate Piazza mi ha convocato per la VNL, perciò si tratta del secondo anno consecutivo con la maglia della Nazionale con cui sto vivendo è un’esperienza che mi sta dando molta sicurezza e insegnando tanto.
Poi è arrivata la chiamata di Modena…
Sì, sapere che giocherò a Modena è un’emozione indescrivibile. La Superlega è uno dei campionati migliori al mondo, è un grande salto per me ma non vedo l’ora di misurarmi con un livello così alto negli allenamenti e nelle partite. Mi sento pronto, l’anno scorso in Olanda sapevo che per continuare il mio percorso di crescita sarei dovuto andare a giocare all’estero e farlo in Italia, per un club come Modena, è davvero il massimo.
Sarà la prima volta fuori dall’Olanda per te, cosa ti mancherà?
Mi mancherà sicuramente la mia famiglia, ma loro mi supportano sempre e li sento ogni giorno. Anche la mia città, Utrecht, mi mancherà, ma andare all’estero fa parte della mia crescita come giocatore e non vedo l’ora di arrivare a Modena. Mio padre ha sempre sognato di diventare un giocatore di pallavolo, ha giocato per un anno nella massima divisione olandese, e quando gli ho detto che sarei venuto a Modena credo di aver realizzato il suo sogno, per cui sono ancora più felice.
Sei già stato in Italia?
Ci sono stato in vacanza, a Roma, e l’anno scorso ho giocato a Bari per gli Europei. Ai quarti abbiamo sfidato l’Italia, è stata dura affrontare gli Azzurri in casa loro, ma è stato molto emozionante. Sono stato anche a Trento qualche anno fa, ho svolto lì la scorsa estate la preparazione atletica, quindi ho visto qualcosa anche nel Nord Italia.
Cosa ti è piaciuto dell’Italia?
Tante cose, la gente è simpatica, il clima è perfetto, il cibo è buono e si gioca una grande pallavolo: è perfetta per me!
Ci sono giocatori a cui ti ispiri?
Quando ero più giovane il mio idolo era Nimir Abdel-Aziz… e ora siamo compagni di squadra in Nazionale! Come palleggiatori mi ispiro a Giannelli e a De Cecco, sarà incredibile giocare con lui e credo che potrò imparare moltissimo da un campione del genere. Quando Nimir giocava a Modena guardavo le partite e mi sono sempre detto che sarebbe stato meraviglioso, un giorno, giocare davanti al pubblico del PalaPanini.
Qual è il tuo piatto preferito? Diccene uno italiano e uno olandese!
Il mio piatto preferito italiano è la pizza, mentre il Olanda adoro lo Stammpot, un piatto tipico con patate schiacciate e verdure, e di solito lo mangio insieme alle polpette di carne. Non credo che mi mancherà il cibo olandese in Italia, anche se la cucina di casa mia mi piace molto credo che quella italiana non me la farà rimpiangere!
Hai degli hobby o passioni a parte la pallavolo?
La musica. Ne ascolto moltissima e suono anche la chitarra e il basso, mentre quando ero più piccolo suonavo il piano. Mi piace molto provare a suonare strumenti sempre diversi e mettermi alla prova.
Torniamo alla pallavolo: qual è il tuo punto di forza e su cosa invece devi migliorare?
Sono un palleggiatore per cui sarebbe naturale dire l’alzata, ma credo che il mio servizio possa essere un’ottima arma. Da migliorare sicuramente la difesa, a Modena ci lavorerò!
Che compagno di squadra sei?
Sono un tipo tranquillo, mi adatto facilmente alle situazioni e alle persone. A volte quando le cose non vanno tendo a chiudermi un po’, su questo devo lavorare.
Com’è la pallavolo in Olanda?
Si tratta di un movimento in crescita, sicuramente non è lo sport più seguito del Paese, ma negli ultimi anni il livello si sta alzando e questo non può che far bene.
Un saluto ai tifosi di Modena!
Sono carichissimo per la prossima stagione, non vedo l’ora di essere al PalaPanini e di conoscervi di persona!
Scopriamo Josè Miguel dentro e fuori dal campo
José Miguel Gutierrez è un giovane schiacciatore cubano classe 2001 che nelle ultime due stagioni in Superlega ha messo in mostra tanto del suo talento.
Fra i migliori ricettori della stagione scorsa, Gutierrez è anche dotato di un ottimo salto e di qualità tecniche che, nella scorsa stagione giocata con la maglia di Taranto, gli hanno permesso di attirare su di sé le attenzioni di diversi club.
Ciao José, raccontaci qualcosa di te.
Sono nato e cresciuto a Santa Clara, un quartiere molto povero di Cuba, era una delle tante zone malridotte del paese, ma ho comunque ricordi molto felici della mia infanzia.
Giocare a pallavolo mi è sempre piaciuto, e avevo solo 17 anni quando ho lasciato casa. È stato un passaggio necessario per il decollo della mia carriera, ma anche una brutta batosta perché ero molto giovane, soffrivo la solitudine e la lontananza dalla mia famiglia. Sono state la voglia di migliorarmi sempre di più e la passione per questo sport a darmi la forza di superare ogni sfida, da quelle più piccole a quelle che apparivano insormontabili per un ragazzo di soli 17 anni. Negli anni, grazie alla pallavolo sono riuscito poi a trasferirmi insieme a tutta la mia famiglia a L’Avana, la capitale di Cuba, e a trovare un maggior benessere economico e una stabilità che non avevamo nel luogo in cui vivevamo prima.
Ho anche coronato il sogno di giocare per la nazionale cubana, indossare la maglia del mio Paese è un onore incredibile.
Ti mancano i tuoi familiari? Li senti spesso?
Sì, ci sentiamo tutti i giorni, anche più volte al giorno, in videochiamata. Io e la mia famiglia siamo molto uniti, loro sono la mia forza e sono grato di avere questo rapporto con tutti loro, non è scontato. Ho una sorella e un fratello, entrambi più grandi, anche mio fratello Miguel gioca nella nazionale cubana, lui fa l’opposto.
Cosa ti manca di casa tua?
Sicuramente la cosa che mi manca di più di casa mia sono i miei affetti, la mia famiglia e tutti gli amici che sono cresciuti con me, ma mi manca molto anche parlare la mia lingua e potermi esprimere liberamente senza essere frainteso. L’italiano è una bellissima lingua, ma è molto difficile per me impararlo bene quindi, anche se credo di parlarlo in maniera fluente per il poco tempo che ho passato qui, è difficile esprimere alcuni concetti al meglio.
Anche la cultura italiana mi piace, ma comunque mi mancano le tradizioni di casa mia.
Come è cambiata la tua vita con la pallavolo?
La pallavolo ha cambiato tutto, e come ogni cosa che ti stravolge la vita ha portato con sé sia cambiamenti positivi che negativi. Il lato peggiore è ovviamente la lontananza dalla mia famiglia e da molti miei amici, con i quali nonostante la distanza c’è comunque un bellissimo rapporto, ma è proprio grazie alla pallavolo che ho conosciuto una delle persone migliori e più simili a me che potessi incontrare, la mia fidanzata Nicole.
I posti dove sei stato a giocare cosa ti hanno lasciato? Cosa ricordi dei luoghi in cui hai giocato?
Da quando è iniziata la mia carriera ho viaggiato davvero tantissimo e penso che ogni luogo sia differente e ti lasci sensazioni uniche, ma quelli che mi hanno segnato di più sono stati la Francia, dove è davvero iniziato il decollo della mia carriera e ho firmato il mio primo contratto da professionista, e l’Italia, nello specifico Taranto, che mi ha dato modo di crescere e migliorarmi sempre più fino ad arrivare a conquistare il posto da titolare.
Se non avessi fatto il pallavolista che lavoro avresti fatto?
Quando ero bambino avevo un grande amore per la natura e mi piaceva prendermi cura delle cose, ero molto legato al tema dell’ambiente e del “salvare”, proprio per questo credo sarei potuto diventare un vigile del fuoco.
C’è un giocatore a cui ti ispiri?
Non c’è un giocatore a cui possa dire di ispirarmi, ma da bambino mi piaceva molto Earvin Ngapeth. È stato un grande onore per me poterlo poi conoscere all’età di 17 anni e allenarmi insieme a lui.
Cosa significa per te indossare la maglia di Modena e cosa ti aspetti dal prossimo campionato?
È un grande onore per me, non solo come giocatore ma anche come persona che ama la pallavolo. Questa per me è un’enorme opportunità e spero di riuscire a coglierla al meglio, in un campionato che mi auguro possa portarci molte soddisfazioni.
Come ti trovi in Italia?
Benissimo, ormai sono qui da due anni e la mia fidanzata è italiana, credo sia un Paese davvero bello e che mi dà molta tranquillità, poi adoro il cibo italiano. Non ho ancora vissuto abbastanza in Italia per scoprire se ha dei lati negativi!
Qual è il tuo piatto preferito italiano e quale quello di Cuba?
Il mio piatto preferito italiano è la carbonara, a Cuba invece dico “arroz con gris”, un riso tipico fatto con i fagioli.
Torniamo al campo, dicci un tuo punto forte e un punto debole!
Il mio punto forte è sicuramente la ricezione, oltre al fatto che ho un buon salto, sul muro invece posso migliorare molto.
Dicci anche un tuo pregio e un tuo difetto come compagno di squadra
Sono un tipo che non fa differenze all’interno della squadra, cerco sempre di essere socievole e disponibile con tutti. Come difetto… mi arrabbio molto facilmente, ma altrettanto facilmente mi passa!
Quali sono i tuoi hobby e passioni a parte la pallavolo?
Mi piace molto viaggiare e stare nella natura, mentre quando sono a casa per rilassarmi mi piace giocare ai videogiochi.
Fai un saluto ai tifosi gialloblù!
Non vedo l’ora di vivere quest’anno intenso insieme a voi! Forza gialloblù!
Da Parma a Modena, scopriamo il giovane Leonardo Schianchi, uno dei punti di forza della nostra Under!
Leonardo Schianchi è nato a Parma il 24 maggio 2006, si appresta a disputare la terza stagione consecutiva a Modena dopo esser arrivato dall’Energy Volley Parma nella stagione 2022/23. Nell’ultima annata, ha conquistato il titolo di campione regionale Under 19, il terzo posto ai campionati nazionali Under 19 e la salvezza in Serie B. Andiamo a scoprire il giovane schiacciatore modenese, dentro e fuori dal campo…
Ciao Leonardo, raccontaci qualcosa di te…
“Sono nato a Parma, successivamente mi sono trasferito a Modena e facevo avanti e indietro con il treno per giocare a pallavolo, sport che ho iniziato a praticare a Parma all’età di 14 anni. Ho scelto la pallavolo per via della scuola, mi piaceva giocarci durante le ore di educazione fisica e alla fine ho deciso di provarci. Per fortuna è andata bene. Frequento il Liceo Scientifico Ulivi a Parma, le mie materie preferite sono quelle scientifiche e quindi matematica, fisica e scienze. Futuro? Mi piacerebbe proseguire gli studi all’università e frequentare il corso di fisioterapia restando così all’interno del mondo sportivo”.
In che modo la pallavolo ha cambiato la tua vita?
“Non è cambiata subito. I principali cambiamenti ci sono stati quando ho iniziato a giocare a Modena, un impegno più importante già a partire dai viaggi in treno e dal fatto che stava piano piano aumentando l’attività. Sono comunque riuscito a mantenere i rapporti con famiglia e amici, ampliando le conoscenze anche qui a Modena e quindi sono contento”.
Quali sono i giocatori a cui ti ispiri?
“Se penso a Modena dico Tommaso Rinaldi, giovane che nella sua carriera ha avuto sbocco in Superlega dopo aver giocato nelle giovanili gialloblù, mentre in generale mi ispiro a Torey Defalco. Non gioca in Italia, però mi rivedo in lui per quanto riguarda le caratteristiche fisiche”.
Che emozione è giocare a Modena e al PalaPanini?
“Indossare la maglia di Modena Volley è sicuramente emozionante, ma anche una grande responsabilità. Bisogna ricordarsi il nome della città e della società che rappresentiamo. Quando sono entrato al PalaPanini ho subito provato una sensazione di disagio per un ambiente nuovo, ma col tempo mi sono abituato ed è un onore giocare in questo palazzetto. Obiettivo? Arrivare il più in alto possibile e giocare una buona stagione sia in Under 19 che in Serie B, poi chissà cosa succederà negli anni successivi…”.
Come giudichi la tua esperienza in Nazionale?
“Non mi aspettavo una chiamata in azzurro, ma ho colto l’occasione al volo nonostante sia arrivata da un giorno all’altro. Sono molto felice dell’opportunità che mi è stata data. Sogno? Provare ad entrare nel roster che andrà a disputare l’Europeo”.
Punto forte e punto debole, oltre a pregi e difetti come compagno di squadra?
“Il mio punto forte è rappresentato dalla difesa, mentre quello debole riguarda la battuta. Per migliorare devo crescere soprattutto nel lancio che è molto importante ed è il 90% del servizio. Da compagno di squadra mi piace fare gruppo e incitare chi gioca con me, mentre personalmente devo cercare di non abbattermi quando le cose non vanno bene”.
Infine, qualche curiosità personale…
“Piatto preferito italiano? Pizza. Piatto non italiano? Sushi. Passioni? Mi piace guardare molto il basket e in particolare l’NBA, oltre ad ascoltare musica e guardare serie tv”.
Leonardo Barbanti, le emozioni del PalaPanini e della nazionale Under 20
Leonardo Barbanti è nato a Modena il 9 maggio gennaio 2006, gioca in Serie B e nell’Under 19 gialloblù dove è stato uno dei protagonisti della squadra che ha conquistato il titolo di campione regionale nella stagione appena conclusa. È stato inoltre votato come miglior palleggiatore delle finali regionali Under 19, senza dimenticare il terzo posto ai campionati nazionali Under 19. Andiamo dunque a scoprire il giovane giocatore modenese, dentro e fuori dal campo…
Ciao Leonardo, parlaci un po’ di te…
“Sono nato e cresciuto a Modena, ho iniziato a giocare a pallavolo all’età di soli sei anni quando frequentavo la prima elementare. Fino all’età di sei anni ho praticato nuoto anche per necessità, poi oltre al tennis ho provato la pallavolo che era uno sport che mi incuriosiva. La pallavolo è una passione che ho deciso di portare avanti fino a questo momento. Frequento il Liceo Scientifico Wiligelmo, ho finito il quarto anno e come materie prediligo matematica e fisica ovvero le materie scientifiche”.
In che modo la pallavolo ha cambiato la tua vita?
“Sicuramente in maniera positiva dato che mi ha permesso di fare molte conoscenze in giro per l’Italia tramite tornei e manifestazioni varie come il Trofeo delle Regioni. Ho avuto modo di conoscere tanti giocatori dell’Emilia Romagna con cui mi ero già confrontato nei campionati dall’Under 13 fino all’Under 17. Senza dimenticare la convocazione in nazionale avvenuta quest’anno, che mi ha permesso di conoscere ancora più persone da ogni parte d’Italia, da Bolzano fino a Bari. È stato un qualcosa che mi ha arricchito davvero tanto, la pallavolo mi sta regalando tantissime soddisfazioni. Futuro? L’idea sarebbe quella di frequentare un’università di ingegneria una volta terminato il liceo, sono sempre stato un appassionato di progettazione e costruzione. Fin da piccolo mi sono piaciuti i lego, i macchinari e il loro funzionamento. Mi interessa e mi incuriosisce anche medicina, ovvero il corpo umano. L’importante è mettere in pratica le conoscenze acquisite durante i propri studi”.
Quali sono i giocatori a cui ti ispiri?
“Mi ispiro a Bruno, come leader, capitano e palleggiatore. Ora farò riferimento a Luciano De Cecco, a me piace giocare spensierato e in modo creativo con divertimento. Non posso fare paragoni con lui dato che sono ancora un bambino, ma sicuramente può essere una fonte di ispirazione”.
Che emozione è giocare a Modena e al PalaPanini?
“Quando ho cambiato società, passando dall’Anderlini a Modena Volley all’età di dodici anni, è stata una bella sensazione. Ho trovato un gruppo che mi ha accolto con calore e piacere, non ci sono stati problemi di integrazione e quindi ho sempre visto Modena come una squadra accogliente in cui si possono fare bellissime esperienze soprattutto fuori dal campo. Nel corso degli anni ho avuto modo di stringere amicizie, soprattutto fuori dal campo e dalla palestra. È un motivo di gioia giocare con la maglia di Modena Volley. PalaPanini? Da piccolo lo guardavo come un qualcosa di inarrivabile. Nel 2021 fui chiamato per svolgere un allenamento con l’Under 19 Serie B perché Nicola Salsi della prima squadra si era fatto male e quindi il palleggiatore titolare della B andò ad allenarsi con la prima squadra mentre io, che ero ancora acerbo in Under 17, mi allenai con l’Under 19 e mi ritrovai a lavorare al palazzo con ragazzi anche quattro anni più grandi di me. Una grande gioia aver raggiunto qualcosa che prima consideravo lontanissimo e impossibile da raggiungere”.
Come giudichi la tua esperienza in Nazionale?
“Non mi aspettavo di essere convocato per svolgere i collegiali con la maglia azzurra. Sono rimasto sorpreso quando il nostro coach Andrea Asta mi diede la notizia, ho cercato di non mostrare troppo la mia felicità che però era davvero tanta. Era un sogno, sono felice di averlo realizzato. Si tratta di un’esperienza formativa a livello tecnico e caratteriale. Ci sono regole rigide, bisogna mantenere un certo comportamento e per come sono fatto io sta diventando una sorta di esercizio per crescere. Obiettivo? Sarebbe un sogno riuscire ad essere incluso nel roster che andrà a disputare i giochi europei in Serbia e Grecia a fine agosto”.
Punto forte e punto debole, oltre a pregi e difetti come compagno di squadra?
“Carattere, grinta e tenacia che riesco a mettere in campo. Cerco sempre di incitare e spronare i miei compagni senza abbattermi mai. Ho vissuto anni in cui facevo fatica a rialzarmi dopo un errore, nel corso della mia maturazione sportiva sono riuscito a migliorare tanto sotto questo aspetto. Devo magari crescere in certi momenti della partita quando vengo sostituito, il mio carattere mi porta ad essere deluso e quindi devo lavorare e migliorare tanto in quanto rischia di danneggiare la squadra in modo negativo e ciò non deve assolutamente succedere. Fuori dal campo e insieme ai miei compagni sono una sorta di giullare, mi piace scherzare e fare dispetti e scherzi. Sono sempre stato considerato, soprattutto quest’anno, come il bimbo iperattivo della squadra perché sono quello che cerca sempre di disturbare e scherzare con tutti. Ciò può aiutare a creare legami e gruppo, ero uno dei più piccoli all’interno della B e quindi dovevo inserirmi al meglio per vivere una bella stagione. Allo stesso tempo può essere considerato un difetto, la vivacità può non piacere ma per fortuna non ha dato fastidio a nessuno e si è dunque rivelato un pregio”.
Infine, qualche curiosità personale…
“Piatto preferito italiano? Pizza, la mangerei tutti i giorni e tutto il giorno. Piatto non italiano? Ho mangiato poco all’estero, ho fatto pochi viaggi fuori Italia ma dico la paella valenciana. Passioni? Ho sempre avuto il giusto quantitativo di tempo per dedicare spazio ed interesse ad altro, la mia grande passione riguarda i lego e a casa mia, sparsi per casa, ho diversi modellini. Ho sempre avuto piacere e serenità nel costruire modellini sin dall’età di due/tre anni”.
Andrea Malavasi, cresciuto a Modena Volley, pronto per un grande anno a Cuneo!
Parte oggi “Non solo volley”, la rubrica di Modena Volley che racconta i giovani e i nuovi giocatori del nostro club dentro e fuori dal campo di gioco. É proprio uno dei ragazzi dell’Under 19 che abbiamo intervistato oggi, Andrea Malavasi, schiacciatore canarino che il prossimo anno andrà in prestito nella prestigiosa squadra di Cuneo. Venite a scoprirlo con noi…
Andrea Malavasi è nato a Pavullo nel Frignano il 23 giugno 2005, è reduce da un’ottima stagione nell’Under 19 gialloblù con cui ha ottenuto il terzo posto ai campionati nazionali e all’età di 17 anni, a novembre 2022, ha debuttato con la maglia della prima squadra di Modena Volley. Andiamo a scoprire dentro e fuori dal campo il giovane schiacciatore modenese, che il prossimo anno giocherà a Cuneo in A2…
Ciao Andrea, raccontaci qualcosa di te
“Sono nato a Pavullo nel Frignano e cresciuto a Modena, ho iniziato a giocare a pallavolo da piccolo tra i 5 e i 6 anni di età. Fin da subito mi sono dedicato a questo sport perchè ho preso spunto da mio padre che ha giocato a volley per tanti anni. Frequento l’Istituto Dante Alighieri a Modena, stessa scuola di Rinaldi e Sala, all’indirizzo scientifico sportivo e quest’anno farò la maturità. Le mie materie preferite sono le discipline sportive e diritto ed economia dello sport.
In che modo la pallavolo ha cambiato la tua vita?
“La mia famiglia ha preso molto bene il mio ingresso nel mondo della pallavolo. Prima ho fatto nuoto e poi calcio, ma vedevo che non erano i miei sport. Ho provato con la pallavolo, da lì è nata una passione che sta diventando un’ossessione. Grazie alla pallavolo ho un bellissimo rapporto con amici e famiglia, ho conosciuto persone fantastiche tra cui il mio migliore amico che pratica questo sport. Da questo punto di vista sono molto soddisfatto e aver scelto la pallavolo mi rende felice. Cosa farei senza la pallavolo? Sinceramente non ci ho mai pensato. Mi piace lavorare all’interno dell’ambito sportivo e quindi potrei fare il personal trainer, il preparatore atletico oppure il professore di educazione fisica”.
Quali sono i giocatori a cui ti ispiri?
“Essendo stato aggregato alla prima squadra per alcuni anni, dico Bruno, Ngapeth e Rossini. Mi hanno aiutato tantissimo ad affrontare al meglio le nuove sfide, sia tecnicamente che mentalmente. Penso anche ai più giovani, come Rinaldi, Gollini e Sanguinetti, che mi hanno permesso di crescere dal punto di vista della coesione e dell’unione del gruppo. Della squadra attuale mi piace Federici per la grinta, la passione e la cattiveria che mette in campo, mentre in generale dico Semeniuk e Michieletto che sicuramente non hanno bisogno di presentazioni”.
Che emozione è giocare a Modena e al PalaPanini?
“E’ un sogno giocare all’interno del PalaPanini, è il tempio del volley. Mi ritengo fortunato ad aver avuto un’opportunità simile. Indossare la maglia di Modena è unico, non capita tutti i giorni vestire la casacca della squadra della propria città. Un onore ed un’esperienza unica allenarsi con campioni che hanno vinto tutto nel mondo della pallavolo ed essere allenati da grandi coach tra cui Giani. Sogno? Vincere lo Scudetto”.
Come giudichi la tua esperienza in Nazionale?
“Sono contento di poter partecipare a questi collegiali con la maglia azzurra, esperienza importante per lavorare sui fondamentali e il livello alto ti permette di dare sempre il massimo in ogni occasione. Obiettivo da raggiungere con la Nazionale? Spero vivamente di andare a disputare gli Europei in programma a fine agosto”.
Punto forte e punto debole, oltre a pregi e difetti come compagno di squadra?
“Tra i miei punti forti c’è la difesa dato che vado su ogni pallone senza mollare mai e l’attacco in cui cerco di sfruttare la mia potenza. A livello di gioco invece devo migliorare in ricezione e per crescere è necessario giocare più rilassato, sciolto e libero mentalmente. Da compagno di squadra cerco di dare sempre la carica giusta agli altri”.
Infine, qualche curiosità personale…
“Piatto preferito italiano? Tortellini in brodo. Piatto non italiano? Sushi. Passioni? Mi piace ascoltare musica e guardare serie tv, oltre a stare all’aperto ed uscire sempre con amici per divertirmi e staccare un po’ la spina”.
Scopriamo Luciano De Cecco dentro e fuori dal campo
Prosegue “Non solo volley”, la rubrica che vi racconta i giovani e i nuovi acquisti di Modena Volley. Continuiamo con Luciano De Cecco, fuoriclasse argentino che dopo aver vinto tutto con Perugia e Civitanova è prontissimo a dare tutto per Modena.
Luciano De Cecco è uno dei palleggiatori più forti del mondo. Ha un dono, le sue mani. Arriva a Modena dopo aver vinto tantissimo, pronto per un’avventura che lo stimola a 360 gradi. Ha iniziato la sua carriera molto giovane è arrivato in Italia a soli 17 anni e oggi, dopo aver incantato il PalaPanini da avversario, è pronto a farlo in maglia gialloblù.
Dove sei nato e dove sei cresciuto?
“Sono nato a Santa Fe, in Argentina, una città di circa 500mila abitanti, mio papà era un giocatore di pallacanestro e ha giocato diversi anni in Serie A in Argentina, mentre mia mamma lavorava in ufficio”.
Tu seguivi tuo padre nella sua attività sportiva?
“Io giocavo a basket come mio padre e l’ho seguito ovunque, scuola e “permessi della mamma” permettendo. Poi ho cambiato sport, scegliendo la pallavolo, all’età di 14-15 anni”.
A che età sei andato via di casa per giocare?
“Ho iniziato a giocare a pallavolo a 14 anni, sono andato via di casa un anno più tardi e a 17 anni sono arrivato in Italia. Dopo gli inizi a Santa Fe, mi sono dovuto spostare a Buenos Aires per giocare nelle giovanili del Bolivar, squadra famosa nei primi anni duemila: a seguito di quell’esperienza sono arrivato in Italia, a Montichiari, nel 2007”.
Come è stato uscire di casa?
“Gli inizi sono sempre difficili, ma quando sei giovane non pensi alle difficoltà bensì all’euforia di fare qualcosa di nuovo che ti piace e all’essere parte di qualcosa di più importante di quello di cui si faceva parte prima. Quando si è giovani non ci si rende conto di quello che ci si lascia alle spalle, ma si guarda solo avanti verso la propria strada”.
Sei arrivato in Italia giovanissimo, a 17 anni. Come ti sei trovato?
“Sono stato accolto molto bene. Sono arrivato in una società incredibile, Montichiari, alla cui guida c’era all’epoca Marcello Gabana, con Velasco allenatore e Blengini secondo. C’erano, inoltre, giocatori di grande calibro, come Tiberti, Gavotto, Popp, Forni, Howard, Manià e tanti altri. La società era molto organizzata e preparata: si curavano i minimi dettagli e mi sono trovato molto bene”.
Dopo Montichiari sei stato in diverse altre squadre. Hai vinto uno scudetto incredibile a Perugia, poi hai vinto anche con la Lube. Cosa ti hanno lasciato le città in cui hai giocato?
“Tutte le città ti lasciano qualcosa di importante. Io sono stato molto fortunato perché ho potuto giocare in diverse società e di tutte ho un ricordo importante. Naturalmente, il rapporto con la piazza dipende anche da come una persona “vive” quella città e da cosa fa fuori dal campo. Sono stato a Monza, a Piacenza, tanti anni a Perugia e tanti a Civitanova e ho sempre trovato società e persone che mi hanno lasciato qualcosa, e io a loro”.
Che rapporto hai avuto con la scuola?
“Mi sono diplomato dopo aver frequentato la scuola pubblica in Argentina, nonostante negli ultimi anni da studente abbia saltato molte lezioni a causa degli spostamenti dovuti alla attività da pallavolista. Mi sono diplomato tornando in Argentina quando già giocavo in Italia, ma le lezioni le ho finite prima di andare a giocare a Montichiari”.
Nella tua attività da pallavolista ti sei ispirato a qualcuno? Avevi qualche idolo da ragazzino?
“In realtà non proprio: la pallavolo in Argentina non era molto popolare quando ero piccolo e io venivo dal mondo del basket. Il mio primo impatto con la pallavolo di alto livello è avvenuto nel corso dei Mondiali del 2002, che si sono disputati proprio in Argentina e in cui ho fatto il raccattapalle nel campo di Santa Fe. In tv in Argentina venivano trasmesse poche partite di pallavolo”.
Oltre alla pallavolo, segui qualche altro sport?
“Seguo molto il basket: soprattutto l’Eurolega, un po’ meno l’NBA. In particolare, seguo i giocatori argentini. Guardo anche i grandi tornei di tennis. Mi piace molto il baseball: quando vado in America e ne ho l’opportunità vado a vedere qualche partita. Sono anche appassionato di videogiochi sportivi. Il calcio, invece, non mi piace”.
Quali sono gli avversari più forti che hai incontrato nel corso della tua carriera?
“Fare solo alcuni nomi è difficile: sicuramente dico NGapeth, poi mi vengono in mente Juantorena e Kazijski ai tempi di Trento oppure Grbic e Sokolov ai tempi di Cuneo. Cito anche Grebennikov. Mi sento fortunato ad avere condiviso il campo con giocatori di questo tipo”.
Sei stato tante volte al PalaPanini da avversario. Quest’anno ti vedremo, invece, in maglia gialloblù: cosa significa indossare la maglia di Modena?
“Finchè non lo vivrò, credo di non potermi rendere conto effettivamente di quello che potrà essere. Venire al PalaPanini da avversario è bello, ma allo stesso tempo difficile perché il palazzetto è sempre pieno e c’è ogni volta un tifo smisurato e una visione della pallavolo diversa rispetto a quella che c’è in altre società. Modena vive di pallavolo da tantissimi anni e di questa società hanno fatto parte pallavolisti che oggi fanno parte della Hall of Fame mondiale di questo sport, ma anche grandi allenatori e dirigenti. Per me è un onore essere parte di una società così importante: arrivare dove tutti hanno sempre voluto arrivare e pochi sono riusciti a farlo è sempre bello. Poi spetterà al campo dare il giudizio: tutti noi che siamo stati scelti dovremo far vedere perché la società ha puntato su di noi per guadagnare l’affetto e il rispetto dei tifosi”.
Quali sono un tuo pregio e un tuo difetto come compagno di squadra?
“Il difetto sicuramente è che a livello caratteriale sono molto chiuso e parlo veramente poco. Il pregio è che sono sempre disponibile con tutti. So che, per il mio ruolo in campo, all’interno di un gruppo sono parte importante per i miglioramenti della squadra e voglio essere al massimo delle mie potenzialità per poter aiutare i miei compagni”.
Fiocco rosa in casa Modena Volley, è nata Vittoria Anzani!
Ieri è nata Vittoria Anzani, secondogenita del nostro centrale Simone e della moglie Carolina.
Alla mamma, al papà ed alla sorellina Viola le più sincere congratulazioni da parte di tutta Modena Volley e naturalmente un benvenuto gialloblù a Vittoria!
Sono 1800 gli abbonamenti di Modena Volley sottoscritti in prelazione e oggi parte la vendita libera!
Sono 1800 gli abbonamenti di Modena Volley rinnovati in vista della stagione 2024.25, un dato importante, superiore a quello dello scorso anno in cui i rinnovi in prelazione furono 1700. Ancora una volta lo straordinario pubblico di Modena dimostra il legame fortissimo che lega la nostra squadra ai nostri tifosi.
Da oggi, lunedì 24 giugno, parte dunque la vendita libera che andrà fino alla prima gara di campionato in casa, dedicata a tutti coloro che desiderano sottoscrivere un nuovo abbonamento.Le novità di quest'anno.
Promo famiglia.
In base al settore scelto, uno dei due genitori paga il prezzo intero ed il secondo ha diritto ad uno sconto del 5%. Per quanto riguarda i figli, ognuno di loro ha diritto ad uno sconto del 15% sul prezzo della tariffa di appartenenza. Questa promozione vale sia per i rinnovi che per i nuovi abbonamenti e non è obbligatorio che tutti i membri del nucleo familiare sottoscrivano l'abbonamento nello stesso settore. Sarà possibile effettuare questo abbonamento solo presso il PalaPanini, previa presentazione dell’autocertificazione dello stato di famiglia che si potrà trovare sul sito online di Modena Volley. Promozione valida per tutti i settori, tranne centralissimi e tribunissima.
Merchandising.
All’abbonato saranno consegnati due coupon con altrettante promozioni: 30 euro di sconto sull’acquisto della t-shirt gara e 10 euro di sconto sulla t-shirt tifoso gialla. I coupon verranno consegnati insieme alla tessera abbonamento a Settembre e potranno essere usati entro il 31 ottobre 2024 presso lo store del PalaPanini.
Gli abbonamenti possono essere sottoscritti: online sul sito vivaticket.it o in tutti i punti vendita vivaticket sul territorio nazionale, oppure al PalaPanini dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15.00 alle 18.00. Gli uffici del PalaPanini rimarranno chiusi da lunedì 5 a venerdì 16 agosto, pertanto la sottoscrizione di nuovi abbonamenti non sarà effettuata presso la nostra sede. Rimarrà comunque possibile sottoscrivere nuovi abbonamenti online sul sito vivaticket.it o presso tutti i punti vendita vivaticket.
Un grande abbraccio a Marco Nosotti e ai figli per la prematura scomparsa della moglie Silvia
Il Presidente Giulia Gabana e tutta Modena Volley si stringono forte al giornalista e amico Marco Nosotti per la prematura perdita della moglie Silvia, avvenuta ieri dopo una lunga malattia. Al carissimo "Noso", ai figli Margherita e Giulio e a tutti coloro che volevano bene a Silvia porgiamo le più sentite condoglianze.