Jacopo Massari, nato a Parma il 2 giugno 1988, torna a Modena dopo la scorsa stagione vissuta a Catania insieme all’altro neo gialloblù Paul Buchegger. Ha già vestito la maglia gialloblù nel 2016/17 conquistando la Supercoppa italiana e vanta un palmarès importante avendo messo in bacheca trofei come un Campionato italiano, una Coppa Italia, una Champions League ed un Campionato mondiale per club. Andiamo a scoprire ancora meglio Jacopo Massari.

 

Ciao Jacopo, raccontaci qualcosa di te partendo da dove sei nato e cresciuto

“Sono nato a Parma, ma cresciuto a Salsomaggiore Terme dove ci sono famiglia e amici e dove ho vissuto l’infanzia e una parte di adolescenza fino all’età di 14 anni. Ho fatto tantissimi sport, dal calcio all’atletica, passando per il salto in alto e corsa di fondo. Ho dunque “toccato” diversi sport, fino a quando all’età di 14 anni, per via della pallavolo, ho fatto avanti e indietro da Parma.

 

Perché hai scelto la pallavolo e a livello di famiglia e amicizie come è cambiata la tua vita grazie a questo sport?

“Ho scelto la pallavolo per due motivi, il primo riguarda mia sorella che giocava a Parma. Andavo spesso a vederla e da lì ho cominciato a vedere il volley come una possibilità di sport. Anche mio padre e mia madre erano legati alla pallavolo e quindi diciamo che in casa nostra si respirava l’aria del volley e dello sport in generale. Il secondo, invece, è stato quando al primo anno di istituto professionale c’era la possibilità di fare pallavolo e chiesi al coach di poter fare un allenamento. Da quel momento è iniziato il mio percorso, iniziato a Parma e proseguito successivamente a Piacenza. Sono stato fortunato perché arrivai in un gruppo di ragazzi incredibili, che ancora adesso sono i miei amici storici. Siamo un bel gruppo che ha fondato l’amicizia con la pallavolo, ormai siamo nella stessa compagnia da vent’anni. Devo ringraziare i miei genitori, mi hanno sempre dato grandi possibilità senza forzarmi in una direzione o nell’altra ed è stato il massimo poter scegliere ciò che volevo e sentivo”.

 

Se non avessi fatto il pallavolista, che lavoro avresti fatto?

“Quando ho fatto il primo anno di università ho scelto Scienze Motorie, ma in realtà volevo fare fisioterapia perché mia mamma era fisioterapista. Non ho seguito quel percorso in quanto la pallavolo non mi dava la possibilità di fare entrambe le cose in quel momento. Mi sarebbe piaciuto anche il mestiere del carabiniere, dato che l’arma mi ha sempre affascinato”.

 

Cosa ti hanno lasciato i posti dove sei stato a giocare? Che ricordi hai delle tue esperienze in Bulgaria, Turchia e Francia, senza dimenticare naturalmente che hai vestito le maglie di Civitanova, Piacenza e appunto Modena.

“Le cose che mi porto sicuramente dietro sono diverse, ma la principale riguarda i contatti con le persone. Anche nell’ultima esperienza a Dubai, ho avuto la fortuna di aver incontrato persone incredibili e di aver installato importanti rapporti di amicizia. Ovviamente c’è la difficoltà di mantenerli dal punto di vista reale, ma so che sono amici presenti e disponibili in caso di bisogno. Ciò mi ha arricchito molto, senza dimenticare i paesaggi dato che sono sempre stato attaccato alla natura. Parlo soprattutto di Bulgaria e Turchia, posti meravigliosi. Ogni esperienza sia in Italia che all’estero mi ha lasciato qualcosa, a livello di contatti, persone e amici ma anche dal punto di vista sportivo. I trofei che ricordo con maggiore gioia? La Supercoppa ottenuta a Modena è stato il primo trofeo importante in Italia, ha un valore importante. Dico anche ciò che ho vinto con la Lube, sono stati anni magici in cui ho avuto l’opportunità di vincere e di giocare in un gruppo incredibile”.

 

Qual è il giocatore a cui ti ispiri/ti sei ispirato e qual è l’avversario più forte che hai incontrato?

“Dico Samuele Papi e William Priddy, due giocatori che ho osservato tanto per ispirarmi dal punto di vista fisico e mentale. Ho avuto la fortuna di giocare per due anni con Papi e vedevo che, nonostante non fosse più giovanissimo, che tipo di attitudine avesse dentro o fuori dal campo. Inoltre, in questo momento ci sono tanti giocatori forti come Yuki Ishikawa e Torey DeFalco, da cui imparare per crescere e migliorare ulteriormente. Da avversario, un giocatore che mi ha sempre impressionato è stato Maksim Michajlov. Ci ho giocato contro diverse volte, mi ha colpito come costanza e alto livello di gioco in ogni tipo di competizione”.

 

Cosa ti aspetti dalla prossima Superlega e cosa significa per te indossare la maglia di Modena e giocare al PalaPanini?

“Mi aspetto una Superlega tosta e interessante come sempre, alcune squadre si sono rinforzate e altre hanno cambiato e quindi è difficile fare grosse previsioni e avere delle certezze. Sicuramente il livello è rimasto molto alto, noi dovremo trovare presto un’identità dato che ci sono stati cambiamenti importanti in squadra. Sarà fondamentale avere un’identità molto forte sia a livello umano che tecnico, successivamente potremo fissare gli obiettivi e capire dove arrivare. Per me tornare a Modena è sicuramente una grande emozione, non sono più giovanissimo ma penso di avere ancora tanto da dare e ci tenevo molto a tornare qui. Ho voglia di restare ancora ad alti livelli e vivere a pieno la stagione, il PalaPanini suscita emozioni uniche e sarà bellissimo indossare la maglia gialloblù”.

 

Un tuo punto forte e un punto debole a livello di gioco.

“I miei punti forti sono ricezione e difesa, sono fondamentali che mi piacciono e su cui ho lavorato tanto. Il muro, invece, non è la mia arma preferita e il coach lo sa dato che abbiamo lavorato insieme in Bulgaria. Rispetto a prima sono comunque migliorato, ma si può sempre crescere e sarà interessante lavorarci ancora sopra. Pregio e difetto come compagno di squadra? Penso di essere un compagno molto disponibile sia al dialogo sia al sacrificio a favore della squadra. Il mio difetto è che a volte sono forse troppo rigido in determinate situazioni”.

 

A proposito di compagni di squadra, ritrovi Buchegger in campo e Giuliani in panchina ma non solo…

“C’è anche Anzani, abbiamo giocato insieme sia in Nazionale che alla Lube. Ci conosciamo molto bene, abbiamo un ottimo rapporto e amicizia. Con Paul, invece, sono stati mesi intensi e belli. Sono contento di averlo conosciuto, di averlo avuto come compagno di squadra e di ritrovarlo qui a Modena. Ci siamo sentiti durante le fasi di mercato, è sicuramente un grandissimo giocatore ma allo stesso tempo una grandissima persona. E’ fondamentale avere ragazzi del genere all’interno della squadra. Ritrovo Giuliani, Stankovic mio capitano alla Lube, De Cecco contro cui ho giocato tante volte e sarà un piacere giocare insieme ma anche Ciamarra dopo le esperienze a Città di Castello e appunto Modena. Gli altri ragazzi li ho conosciuti a Dubai, ho avuto un ottimo feedback con tutti. Non vedo l’ora di ritrovarli nuovamente per poter instaurare un rapporto ancora più profondo”.

 

Quali sono le tue passioni oltre alla pallavolo?

“Seguo il calcio e sono un tifoso del Milan, pacato e tranquillo senza essere malato e sfegatato. Inoltre, mi piace praticare altre discipline sportive come il golf e ascolto tanta musica. Infine, sto facendo un master con il Politecnico di Milano in Sport Design Management: dopo la laurea in Scienza Motorie ho deciso di fare questo percorso, porta via tanto tempo ma è bello ed è stata una scelta ponderata”.

 

Piatto preferito italiano e non italiano?

“Per quanto riguarda la cucina italiana, rispondo con un classico: gli spaghetti al pomodoro, se fatti bene sono veramente buoni. Sulla cucina estera, dico il baklava che è un dolce turco. E’ molto calorico e si mangia ogni tanto, ma è uno dei piatti che mi ha più colpito negli anni in cui ero lontano dall’Italia”.

 

Un saluto ai tifosi gialloblù in attesa di ritrovarsi presto al PalaPanini

“Non vedo l’ora di vedervi numerosi sugli spalti e di sentirvi cantare in ogni partita. Sarà una stagione lunga, avremo bisogno del vostro supporto e attendo con ansia il momento in cui sentirò il primo boato del pubblico nel momento dell’ingresso della squadra in campo”.