José Miguel Gutierrez è un giovane schiacciatore cubano classe 2001 che nelle ultime due stagioni in Superlega ha messo in mostra tanto del suo talento.

Fra i migliori ricettori della stagione scorsa, Gutierrez è anche dotato di un ottimo salto e di qualità tecniche che, nella scorsa stagione giocata con la maglia di Taranto, gli hanno permesso di attirare su di sé le attenzioni di diversi club.

 

Ciao José, raccontaci qualcosa di te.

Sono nato e cresciuto a Santa Clara, un quartiere molto povero di Cuba, era una delle tante zone malridotte del paese, ma ho comunque ricordi molto felici della mia infanzia.

Giocare a pallavolo mi è sempre piaciuto, e avevo solo 17 anni quando ho lasciato casa. È stato un passaggio necessario per il decollo della mia carriera, ma anche una brutta batosta perché ero molto giovane, soffrivo la solitudine e la lontananza dalla mia famiglia. Sono state la voglia di migliorarmi sempre di più e la passione per questo sport a darmi la forza di superare ogni sfida, da quelle più piccole a quelle che apparivano insormontabili per un ragazzo di soli 17 anni. Negli anni, grazie alla pallavolo sono riuscito poi a trasferirmi insieme a tutta la mia famiglia a L’Avana, la capitale di Cuba, e a trovare un maggior benessere economico e una stabilità che non avevamo nel luogo in cui vivevamo prima.

Ho anche coronato il sogno di giocare per la nazionale cubana, indossare la maglia del mio Paese è un onore incredibile.

 

Ti mancano i tuoi familiari? Li senti spesso?

Sì, ci sentiamo tutti i giorni, anche più volte al giorno, in videochiamata. Io e la mia famiglia siamo molto uniti, loro sono la mia forza e sono grato di avere questo rapporto con tutti loro, non è scontato. Ho una sorella e un fratello, entrambi più grandi, anche mio fratello Miguel gioca nella nazionale cubana, lui fa l’opposto.

 

Cosa ti manca di casa tua?

Sicuramente la cosa che mi manca di più di casa mia sono i miei affetti, la mia famiglia e tutti gli amici che sono cresciuti con me, ma mi manca molto anche parlare la mia lingua e potermi esprimere liberamente senza essere frainteso. L’italiano è una bellissima lingua, ma è molto difficile per me impararlo bene quindi, anche se credo di parlarlo in maniera fluente per il poco tempo che ho passato qui, è difficile esprimere alcuni concetti al meglio.

Anche la cultura italiana mi piace, ma comunque mi mancano le tradizioni di casa mia.

 

Come è cambiata la tua vita con la pallavolo?

La pallavolo ha cambiato tutto, e come ogni cosa che ti stravolge la vita ha portato con sé sia cambiamenti positivi che negativi. Il lato peggiore è ovviamente la lontananza dalla mia famiglia e da molti miei amici, con i quali nonostante la distanza c’è comunque un bellissimo rapporto, ma è proprio grazie alla pallavolo che ho conosciuto una delle persone migliori e più simili a me che potessi incontrare, la mia fidanzata Nicole.

 

I posti dove sei stato a giocare cosa ti hanno lasciato? Cosa ricordi dei luoghi in cui hai giocato?

Da quando è iniziata la mia carriera ho viaggiato davvero tantissimo e penso che ogni luogo sia differente e ti lasci sensazioni uniche, ma quelli che mi hanno segnato di più sono stati la Francia, dove è davvero iniziato il decollo della mia carriera e ho firmato il mio primo contratto da professionista, e l’Italia, nello specifico Taranto, che mi ha dato modo di crescere e migliorarmi sempre più fino ad arrivare a conquistare il posto da titolare.

 

Se non avessi fatto il pallavolista che lavoro avresti fatto?

Quando ero bambino avevo un grande amore per la natura e mi piaceva prendermi cura delle cose, ero molto legato al tema dell’ambiente e del “salvare”, proprio per questo credo sarei potuto diventare un vigile del fuoco.

 

C’è un giocatore a cui ti ispiri?

Non c’è un giocatore a cui possa dire di ispirarmi, ma da bambino mi piaceva molto Earvin Ngapeth. È stato un grande onore per me poterlo poi conoscere all’età di 17 anni e allenarmi insieme a lui.

 

Cosa significa per te indossare la maglia di Modena e cosa ti aspetti dal prossimo campionato?

È un grande onore per me, non solo come giocatore ma anche come persona che ama la pallavolo. Questa per me è un’enorme opportunità e spero di riuscire a coglierla al meglio, in un campionato che mi auguro possa portarci molte soddisfazioni.

 

Come ti trovi in Italia?

Benissimo, ormai sono qui da due anni e la mia fidanzata è italiana, credo sia un Paese davvero bello e che mi dà molta tranquillità, poi adoro il cibo italiano. Non ho ancora vissuto abbastanza in Italia per scoprire se ha dei lati negativi!

 

Qual è il tuo piatto preferito italiano e quale quello di Cuba?

Il mio piatto preferito italiano è la carbonara, a Cuba invece dico “arroz con gris”, un riso tipico fatto con i fagioli.

 

Torniamo al campo, dicci un tuo punto forte e un punto debole!

Il mio punto forte è sicuramente la ricezione, oltre al fatto che ho un buon salto, sul muro invece posso migliorare molto.

 

Dicci anche un tuo pregio e un tuo difetto come compagno di squadra

Sono un tipo che non fa differenze all’interno della squadra, cerco sempre di essere socievole e disponibile con tutti. Come difetto… mi arrabbio molto facilmente, ma altrettanto facilmente mi passa!

 

Quali sono i tuoi hobby e passioni a parte la pallavolo?

Mi piace molto viaggiare e stare nella natura, mentre quando sono a casa per rilassarmi mi piace giocare ai videogiochi.

 

Fai un saluto ai tifosi gialloblù!

Non vedo l’ora di vivere quest’anno intenso insieme a voi! Forza gialloblù!